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      E conveniva cedere e comprare la propria salvezza col denaro, o scampare colla fuga.
      Furono queste enormità senza nome che avevano cagionato i numerosi arresti ed esilii del 1851 e 1852; e si dovette ancora alla vigorosa energia di alcuni capi che affrontarono audacemente il pericolo, ed anche alla risolutezza di alcuni popolani onesti se il male non dilatossi, traendo in una comune sciagura migliaia di famiglie.
      Non è a dirsi come tutto ciò portasse danno all'associazione "privandola dei migliori affigliati: una quantità dei quali erano in carcere, o condannati nel capo, o all'ergastolo; molti fuggiti; gli altri si dispersero e si isolarono"... Mazzini quando "vide allontanarsi da lui molti patriotti della classe media ed intelligente, ritenne fuga ciò che era soltanto prudente ritirata; scambiò il buon senso collo spirito dottrinario; giudicò timidi, languidi, sfiduciati dei giovani che erano piú che mai saldi e irremovibili, e trascinato in questa falsa credenza da fallaci rapporti perdette cosí l'elemento piú virtuoso, piú elevato, piú colto, piú realmente attivo, che ei poco conosceva soggiornando a Londra".
      Cosí "liberatosi dall'impaccio degli indipendenti che frapponevano indugi al suo piano di un moto insurrezionale; proseguí con sempre maggiore attività, continuando i reclutamenti nella classe operaia; tanto che gli affigliati per la gran parte nuovi giunsero" all'epoca in cui accadono i fatti del mio racconto "nella sola Milano, a circa tremila, divisi in compagnie con capitani, segni convenzionali, e una certa quale disciplina e organizzazione militare, in modo che i congiurati non conoscevansi fra loro che a piccoli gruppi, e i capi supremi non comunicavano che con certuni dei capi secondari".


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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