Pagina (164/243)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      ..; s'udí un grido acuto, e nello stesso tempo fu visto il protomedico stramazzare a terra... Era morto.
      Interrogata dal giudice una mendica che aveva stazione fissa alla porta della chiesa, in faccia alla quale era accaduto il fatto, rispose che l'arcangelo Gabriello era sceso dal cielo a punire quel malvagio di dottore. Non è improbabile che, a quella poveretta, il viso bellissimo dell'uccisore avesse dato argomento a quell'esaltazione religiosa. Quel malvagio dottore, uomo d'età matura, nell'agiatezza, aveva denunciato un suo confratello d'ufficio, come possessore di cedole mazziniane, e, in seguito a quella denuncia, l'imputato aveva toccato condanna di venti anni di reclusione. Il fatto turpissimo aveva indegnato la popolazione, e lo spirito pubblico era cosí esacerbato, che, quando corse voce di quella giustizia sopranaturale, tutta la città ne tripudiò, e la morte di quell'infame fu un avvenimento festivo: l'opinione pubblica confermò la sentenza e l'esecuzione dell'arcangelo Gabriello. Chi però non volle dar fede alla versione dell'arcangelo ritenne che il colpo partisse da Londra, e fosse opera di tremende società segrete, che con enormi mezzi e fidati emissari, sfidasse i governi tirannici, incutendo quel terrore dell'incognito, che per non aver misura né proporzione esagera la forza, e minaccia da ogni parte impensatamente, senza lasciar tempo di premunirsi. Il governo austriaco infatti ne fu terribilmente colpito.
      Dopo quel fatto i capi della associazione furono assediati da profferte di popolani, ognuno dei quali voleva diventare arcangelo a sua volta, e chi proponeva di far il passaporto ad una spia, chi ad un commissario, chi ad un generale, un altro ad un banchiere, un ultimo a un gesuita: ognuno aveva il suo, e tutto ciò per aver pretesto a chieder denaro, e ad oziare per mandato della patria.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





Gabriello Gabriello Londra