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      La qual passione, piú che ogni altra, si modifica nelle sue manifestazioni a seconda del carattere di chi la risente; ond'è ch'essa può apparire la piú nobile come la piú abbietta delle tempeste dell'anima. Nel soffio infuocato di gelosia, che passa sul cuore di un generoso e fervido amante, c'è sempre qualche cosa di bello e di grande. Le furie di Otello sono sublimi. Ma per certe anime, invece, impastate soltanto di egoismo e di orgoglio, la gelosia non produrrà che odio e desiderio di vendetta, che sono le piú vili fra le umane passioni.
      Mentre s'avviava lentamente con questo inferno nel petto verso la sala della conversazione - dove sapeva di trovare il nonno, a cui contava far parte della sua sventura - passando dal salotto da pranzo, vide che si stava preparando la tavola per parecchi invitati. Ne chiese a un servo, che gli rispose aver ricevuto ordine dal signor conte di apparecchiare per sette, invece che per tre, e di non saperne di piú. Allora, non senza provare una viva gioia di aver trovato un pretesto per ritornare dinanzi a quella donna, per cui provava un senso inesplicabile di attrazione e di ripulsione, ritornò sopra i suoi passi.
      Lo sventurato - come un fantoccio a cui i fili nelle mani del burattinaio fanno muovere le braccia e le gambe - obbediva, senza saperne né il perché né il come, alle voci contraddittorie delle diverse passioni che gli straziavano l'anima.
     
      Dico il vero - se le dimensioni del mio racconto non mi vietassero di dilungarmi troppo nello studio di questi particolari - sarebbe prezzo dell'opera lo scrutare a fondo questo cuore di marito moderno, vero tipo di certi uomini arcigni e innamorati di sé stessi, superbi e deboli a un tempo, che appartengono esclusivamente alla nostra epoca, come il telegrafo elettrico e i romanzi illustrati a 50 centesimi.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





Otello