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      Il governo tzarista gli diede la possibilità di visitare le carceri di Mosca, Pietrogrado e di altre città. Il professore entrò nelle celle, conobbe la vita dei carcerati, parlò con loro. Ma nonostante tutto ciò e nonostante egli si mettesse in relazione illegale con alcuni condannati politici (Minor ed altri) egli, delle prigioni russe, in generale non vide nulla più di quanto le autorità locali vollero lasciargli vedere; mentre ciò che era particolare alla galera russa gli rimase ignoto.
      Ebbene, ciò che accadde a Israël de Haan capita ora a tutti i compagni dell'estero che vengono in Russia e pensano di conoscerne la vita in un breve tempo, sul fondamento dei dati presentati loro dal partito al governo o dagli agenti dei partiti politici rivali. Essi quindi incorrono inevitabilmente in gravi errori.
      Per afferrare la vera vita russa è necessario andare o in campagna come semplice contadino, o in fabbrica, come operaio, ricevere la razione di viveri economico-politica che l'autorità comunista dà al popolo, reclamare i diritti sacri al lavoro, e quando non li concedono combattere per averli, e combattere rivoluzionariamente, poichè la rivoluzione è il più alto diritto del lavoro; soltanto così l'autentica vita russa (non quella messa in vetrina) balzerà direttamente al viso di chi avrà osato far ciò. Allora a costui non sembrerà strana la storia che io racconto in questo libro. Vedrà con terrore e commozione che in questo momento in Russia, come dappertutto, i diritti essenziali ai lavoratori sono calpestati, e comprenderà l'eroismo del movimento machnovista, che questi diritti difende.


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Storia del movimento machnovista
di Pëtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




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