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      Nell'ottobre del '17 le masse agirono sotto la spinta delle parole d'ordine: «Le fabbriche agli operai! La terra ai contadini!». In questo motto breve ma di significato profondo era contenuto tutto il loro programma social-rivoluzionario: abbattimento del capitalismo, del lavoro salariato, della schiavitł imposta dallo stato, e organizzazione di una vita nuova sui principi dell'autogoverno dei produttori. In realtą questo programma non fu posto in essere dal rivolgimento dell'ottobre. Il capitalismo non č stato distrutto ma riformato. Il lavoro salariato e lo sfruttamento dei produttori sono restati con la stessa forza di prima. Il nuovo apparato statale ha soffocato la libertą dei lavoratori non meno di quanto l'avesse soffocata il governo dei latifondisti e dei capitalisti privati. In tal modo la rivoluzione russa puņ definirsi rivoluzione d'ottobre soltanto in un significato ristretto e determinato: il significato della realizzazione in essa degli scopi e dei compiti del partito comunista.
      Il rivolgimento d'ottobre č soltanto una tappa nel corso generale della rivoluzione russa come il febbraio e il marzo 1917 non furono che una tappa della nostra rivoluzione. Delle forze rivoluzionarie del sommovimento d'ottobre si č valso il partito comunista per i suoi piani e per i suoi scopi. Ma questo atto non rappresenta tutta la nostra rivoluzione. Il suo corso generale comprende molti altri movimenti che non si sono fermati a quell'ottobre, ma hanno proceduto oltre verso la realizzazione dei compiti storici propri degli operai e dei contadini, cioč di una loro societą senza stato fondata sul lavoro e sulla uguaglianza.


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Storia del movimento machnovista
di Pėtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi