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      Cominciamo da quest'ultima.
      Tanto prima, quanto durante la rivoluzione, il partito comunista vi condusse un lavoro intenso fra gli operai delle città. Sotto lo tzarismo esso, che era l'ala sinistra della social-democrazia, si sforzò di organizzarli sul terreno della lotta per una repubblica democratica, allestendosi un esercito fidato nella lotta per i suoi ideali.
      Dopo l'abbattimento dello tzarismo nel febbraio-marzo del '17, cominciò per gli operai e i contadini un periodo difficile che non permetteva indugi. Nel governo provvisorio essi vedevano il loro nemico effettivo. Perciò non attesero, ma cominciarono subito e con metodo rivoluzionario a realizzare i loro diritti, prima la giornata lavorativa di otto ore, poi gli organismi di produzione e di consumo e la conquista della terra. In queste azioni il partito comunista parve loro un alleato eccellente e organizzato. In realtà esso perseguiva con questa alleanza unicamente i suoi scopi, ma le masse ignoravano ciò e vedevano soltanto che il partito comunista lottava insieme a loro contro il regime capitalista. Esso dirigeva tutta la forza delle sue strutture, tutta la sua organizzata esperienza politica, i suoi migliori collaboratori nel cuore della classe operaia e dell'esercito. Impiegava tutte le sue forze per raccogliere le masse intorno alle sue parole d'ordine, giocando demagogicamente con i problemi doloranti del lavoro asservito, facendo proprie e rilanciando le parole d'ordine dei contadini per la terra e degli operai per un lavoro libero, e spingendoli così a un urto decisivo contro il governo della coalizione.


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Storia del movimento machnovista
di Pëtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi