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      A Mosca e in molte altre città il partito comunista, per liquidare le organizzazioni anarchiche (verso la metà dell'aprile 1918) e poi quelle dei socialisti rivoluzionari di sinistra, fu costretto a impiegare i cannoni e le mitragliatrici, aprendo così la porta alla guerra civile da sinistra. Ma in generale, grazie alla fiducia che gli operai della Russia Grande nutrivano per i bolscevichi dopo l'ottobre (anche se durò poco), questi ultimi riuscirono a prendere in mano la direzione delle masse con facilità e rapidità, in modo da ostacolare l'ulteriore sviluppo della rivoluzione degli operai e contadini, sostituendola con le disposizioni governative del loro partito. Così ebbe termine la rivoluzione nella Russia Grande.
      Diversamente si svolsero le cose, prima e dopo l'ottobre, nell'Ucraina. In Ucraina il partito comunista non possedeva neppure la decima parte delle forze organizzate, di cui disponeva nella Russia Grande. La sua influenza sugli operai e contadini era sempre stata nulla. Il rivolgimento d'ottobre vi ebbe luogo molto più tardi, nel novembre dicembre e gennaio dell'anno seguente. In Ucraina comandava l'autorità della locale borghesia nazionalista, cioè i sostenitori di Petliura. Nei confronti di questa borghesia, i bolscevichi non agirono con metodo rivoluzionario ma quasi sempre con mezzi militari. Nella Russia Grande il passaggio dell'autorità ai consigli24 significò nel contempo il trapasso del potere al partito comunista. Qui, invece, a causa della debolezza e dell'impopolarità del partito, il trapasso dell'autorità ai consigli significò qualcosa di tutt'affatto diverso.


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Storia del movimento machnovista
di Pëtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




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