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      Indubbiamente in questa aggressione militare la parte decisiva fu rappresentata da Trotzki, allora giunto in Ucraina. Non è difficile indovinare la reazione del suo animo quando vide la libera regione, udì i discorsi di un popolo, che viveva con le proprie forze e faceva apposta a non volersi accorgere della nuova autorità, lesse i giornali di questo popolo, nei quali con parole chiare e sicure egli era chiamato un semplice impiegato statale. Egli, che minacciava di spazzare via dalla Russia, con una «scopa di ferro», tutti gli anarchici, di fronte a ciò poteva provare soltanto sentimenti di selvaggia e cieca esasperazione, propri degli statolatri del suo tipo. Tutti i suoi ordini contro il machnovismo ne sono il riflesso.
      Con una disinvoltura senza limiti Trotzki passò alla liquidazione del movimento machnovista.
      Prima di tutto, in risposta al proclama del consiglio militare rivoluzionario di Guliai-Pole, emanò il seguente ordine:
      «Ordine N. 1824 del consiglio rivoluzionario militare della repubblica - 4 giugno 1919, Charkov.
      A tutti i commissari militari, a tutti i comitati esecutivi dei distretti di Aleksandrovsk Mariupol Berdiansk Bachmut Pavlograd e Cherson. Il comitato esecutivo di Guliai-Pole, di concerto con lo stato maggiore della brigata di Machnò, ha tentato di indire per il 15 giugno un congresso dei consigli e degli insorti dei distretti di Aleksandrovsk Mariupol Berdiansk Melitopol Bachmut Pavlograd. Detto congresso è tutto diretto contro l'autorità sovietica in Ucraina e contro l'organizzazione del fronte meridionale di cui fa parte la brigata di Machnò. Il risultato del congresso non potrà essere che un nuovo infame ammutinamento del tipo di quello di Grigoriev e l'abbandono del fronte alle guardie bianche, davanti alle quali la brigata di Machnò si ritira continuamente per l'incapacità la criminalità il tradimento dei suoi comandanti.


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Storia del movimento machnovista
di Pëtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




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