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      Tutto l'ordine rappresenta tale cruda usurpazione dei diritti dei lavoratori, che i commenti riferiti sopra sono più che sufficienti.
      Secondo il modo corrente Trotzki considerava Machnò responsabile di tutto ciò che avveniva a Guliai-Pole e di tutte le misure rivoluzionarie della regione. Egli non si era nemmeno preso cura di osservare che il congresso non era stato indetto dal comando della brigata Machnò nè dal comitato esecutivo di Guliai-Pole, ma da un organo interamente indipendente da quelli, cioè dal consiglio militare rivoluzionario della regione. È da rilevarsi che già in quell'ordine Trotzki fa trapelare l'idea di un tradimento da parte dei comandanti machnovisti, «che si ritirano continuamente davanti alle guardie bianche». Qualche giorno dopo Trotzki e tutta la stampa comunista grideranno all'abbandono del fronte contro Denikin da parte dei machnovisti.
      Noi sappiamo già che questo fronte era stato creato dagli sforzi e dai sacrifici dei contadini insorti e non di altri. Era nato in un momento eroico della loro vita, quando avevano liberato la regione da ogni autorità; l'avevano portato verso il sud-est, come vigile guardia a difesa della loro libertà. Per più di sei mesi gli insorti rivoluzionari avevano fatto argine a uno dei torrenti più impetuosi della controrivoluzione monarchica, avevano sacrificato migliaia dei figli migliori, avevano mobilitato tutte le forze nell'interno della regione e si erano preparati a difendere sino all'ultimo la loro libertà dalla controrivoluzione passata all'attacco generale.


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Storia del movimento machnovista
di Pëtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




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