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      Si potrebbe pensare che tali affermazioni vengano da persone psichicamente insane. No, sono affermazioni di uomini sani, che si sono abituati a rivolgersi al popolo con un cinismo estremo.
      All'ordine di Trotzki sopra riportato, che l'autorità sovietica non inviò allo stato maggiore dell'esercito machnovista, ma che i machnovisti conobbero per caso due o tre giorni dopo, Machnò rispose immediatamente con un telegramma, in cui esprimeva il desiderio di lasciare il suo posto di comando a causa dell'assurdità di quella situazione. Il testo del telegramma non è purtroppo in mano nostra.
      L'ordine di Trotzki entrò in vigore telegraficamente. I bolscevichi ne curarono l'esecuzione militare di tutti i punti. Le assemblee di operai delle fabbriche di Aleksandrovsk, che esaminavano il proclama del consiglio militare rivoluzionario della regione di Guliai-Pole, furono disciolte con la forza e dichiarate fuori legge. Ai contadini minacciarono la fucilazione o l'impiccagione. Furono arrestate molte persone (Kostin Pulunin Dobroliubov, ecc.) accusate di aver diffuso il proclama del consiglio militare rivoluzionario e, dopo pseudo-processi del tribunale militare rivoluzionario, giustiziate. Inoltre Trotzki emanò una serie di ordini invitando l'armata rossa all'annientamento integrale del machnovismo. Per di più fu dato alle truppe l'ordine segreto di prendere a qualsiasi costo Machnò, i membri dello stato maggiore, i collaboratori culturali del movimento52 e di deferirli al tribunale militare rivoluzionario, cioè giustiziarli.


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Storia del movimento machnovista
di Pëtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




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