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      Da un calcolo molto modesto risulta che con questa tattica l'autorità bolscevica uccise o mutilò 200.000 contadini e operai ucraini.65 Altrettanti furono mandati in luoghi lontani della Russia e della Siberia.
      Naturalmente i machnovisti, figli rivoluzionari di un popolo rivoluzionario, non potevano restare passivi di fronte a tale mostruoso corrompimento della rivoluzione. Al terrore bolscevico risposero con i loro colpi ancora più pesanti. Tutte le regole della guerra partigiana, che avevano adottato al tempo di Skoropadski, le adottarono contro i bolscevichi. Dove i reparti rossi vennero a battaglia con i machnovisti, si impiegarono tutte le regole di guerra, quindi sacrificati furono sopratutto i soldati semplici, che mandati a combattere per forza non meritavano tale fine. Ma era inevitabile. Dove invece i machnovisti riuscivano a far prigionieri i rossi senza combattere, la massa era disarmata e lasciata andare; chi voleva entrava nelle file di Machnò; i membri dello stato maggiore militare e politico normalmente erano uccisi, con l'esclusione di quei pochi che le preghiere dei soldati riuscivano a salvare.
      Le autorità sovietiche e i suoi agenti hanno rappresentato spesso i machnovisti come assassini senza pietà e pubblicato elenchi di membri dell'armata rossa o del partito, caduti per mano di quelli. Ma in tali comunicazioni l'autorità ha sempre taciuto la cosa più importante, cioè in quali condizioni essi cadevano.
      Erano vittime di combattimenti quasi sempre ingaggiati dall'autorità sovietica o a cui essa costringeva i machnovisti serrandoli in qualche luogo difficile.


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Storia del movimento machnovista
di Pëtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




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