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      A metą estate 1920 Vranghel prese l'iniziativa della lotta. Avanzava lentamente ma sistematicamente, minacciando tutto il bacino del Donetz. Collegato al fronte polacco, Vranghel costituiva un pericolo serio per la rivoluzione e in un certo momento la minaccia crebbe a proporzioni sinistre.
      I machnovisti non potevano restare indifferenti a quel movimento. Comprendevano bene che contro Vranghel era necessario lottare subito, mentre il suo attacco era ancora agli inizi. Ogni azione volta alla distruzione di quel movimento in fine sarebbe stata di vantaggio alla rivoluzione. Ma quali i rapporti con i comunisti? La loro dittatura č tanto ostile alla libertą dei lavoratori quanto quella di Vranghel. Tuttavia la differenza fra i comunisti e Vranghel consisteva nel fatto che dalla parte dei primi c'erano le masse, che credevano nella rivoluzione.
      In veritą quelle masse erano cinicamente ingannate dai comunisti, che sfruttavano lo slancio rivoluzionario dei lavoratori per l'interesse della loro autoritą. Pure le masse che si opponevano a Vranghel credevano nella rivoluzione, e questo voleva dire molto. Con la deliberazione del consiglio degli insorti rivoluzionari e del quartiere generale dell'esercito si volle condurre una lotta a fondo contro Vranghel. La grande massa degli insorti doveva quindi esprimere la sua parola decisiva al riguardo.
      L'annientamento di Vranghel, secondo l'opinione del consiglio, otteneva grandi risultati: allontanava l'ultimo pericolo per la rivoluzione e liberava la vita russa da quella multiforme attivitą controrivoluzionaria, per cui aveva sofferto durante tutti gli anni della rivoluzione.


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Storia del movimento machnovista
di Pėtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




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