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      L'autorità sovietica prese in questo campo, data la sua posizione di classe, la parte della tirannide, cioè limitò le richieste dei machnovisti, mercanteggiando ogni punto e cercando di concedere quanto meno poteva di ciò che costituisce la base necessaria e inalienabile della vita del popolo, vale a dire i suoi diritti politici.
      Osserviamo inoltre che fedeli a modi di lotta anarchica i machnovisti erano sempre avversi alle congiure politiche. Nella lotta rivoluzionaria entravano apertamente, portando questa necessità di lotta in mezzo alla vasta massa lavoratrice, poichè credevano che soltanto una lotta rivoluzionaria di massa avrebbe potuto condurre i lavoratori alla vittoria; le congiure invece avrebbero portato soltanto a un cambio d'autorità, cosa contraria alla natura stessa del machnovismo.
      Così che l'accordo già in embrione era votato a morte, per i bolscevichi, che lo volevano osservare soltanto sino al momento in cui Vranghel fosse stato distrutto.
      Questo è chiaro anche all'esame di alcuni documenti dell'autorità sovietica: riportiamo l'ordine del comandante del fronte sud, Frunze, ordine che bene tradisce l'intenzione bolscevica di attaccare proditoriamente i machnovisti; quindi smentiremo tutte le menzogne che a questo riguardo l'autorità sovietica ha diffuso contro gli anarchici e i machnovisti.
      «ORDINE al comandante dell'esercito degli insorti, compagno Machnò. Copia ai comandanti delle armate del fronte sud, N. 00149. Quartiere generale campale, Melitopol, 23 Novembre 1920.


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Storia del movimento machnovista
di Pëtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




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