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      Intorno alle loro abitazioni furono tese vere e proprie imboscate. Circondata di nascosto la libreria «Libera Fratellanza»75, chiunque vi entrava era preso e portato alla Ceka. Furono catturate persone che si erano fermate a leggere sui muri il giornale anarchico «L'allarme» uscito da poco e legalmente. Poichè l'anarchico Grigori Tzesnik sfuggì per caso all'arresto, i bolscevichi misero in prigione sua moglie, lontana da ogni attività politica. La donna per farsi liberare fece lo sciopero della fame, ma i bolscevichi le dissero cinicamente che, se suo marito l'amava, doveva presentarsi a loro. E Tzesnik quantunque malato di tubercolosi, si presentò e fu messo in prigione.
      Abbiamo già detto che in Crimea fu catturato proditoriamente tutto lo stato maggiore campale e il comandante dell'esercito machnovista. Il comandante della cavalleria, Marcenko, quasi accerchiato da reparti della 4a armata rossa, riuscì a fuggire attraverso le chiuse e gli sbarramenti di Perekop, e il 7 dicembre, dopo aver corso notti e giorni interi si riunì al gruppo di Machnò. L'incontro ebbe luogo nella piccola località greca di Kermencik.
      Già da qualche giorno era giunta la voce che l'esercito machnovista si fosse aperto un passaggio dalla Crimea. Infine il 7 dicembre un corriere annunciò che entro poche ore sarebbe arrivato il gruppo di Marcenko. Pieni di commozione i machnovisti che si trovavano a Kermencik si portarono al limite del villaggio ad accogliere gli eroi. Ma quando in lontananza si vide avanzare il gruppo a cavallo, i cuori si strinsero d'angoscia.


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Storia del movimento machnovista
di Pëtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




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