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      Noi stimiamo che i lavoratori possano con le loro forze, senza partiti commissari generali, organizzare il loro libero regime sovietico, nel quale coloro che saranno eletti ai consigli non potranno, come ora, darei ordini o prescrizioni, ma saranno soltanto gli esecutori di ciņ che noi lavoratori avremo deciso nelle nostre riunioni e nei nostri congressi. Noi tenderemo a che tutte le ricchezze del paese, la terra le miniere le fabbriche le officine le ferrovie ecc., non appartengano a privati o allo stato ma esclusivamente a quelli che vi lavorano. E non deporremo le armi finchč non avremo distrutto alle radici ogni forma di oppressione politica ed economica e fin quando sulla terra non regneranno una vera eguaglianza e una sincera fratellanza.
      Ecco, compagni, gli scopi per cui combattiamo e per i quali invitiamo a lottare anche voi, lavoratori cosacchi del Don e del Kuban.
      Nel nostro esercito insurrezionale ci sono stati molti cosacchi del Don e del Kuban: formavano due reggimenti di cavalleria, che insieme a noi hanno combattuto contro Denikin con grande eroismo. Anche oggi noi vi chiamiamo, lavoratori cosacchi, nel nostro esercito rivoluzionario per lottare tutti insieme contro gli oppressori e i carnefici rossi, i Trotzki e i Lenin. Basta con l'ubbidire servilmente e sopportare il giogo di una autoritą che si beffa degli operai e dei contadini! Prendete le armi e entrate nelle file dell'esercito insurrezionale rivoluzionario; presto toglieremo a chiunque la voglia di opprimerci e di soffocarci.


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Storia del movimento machnovista
di Pėtr Andreevic Aršinov
pagine 356

   



Versione con traduzione di Virgilio Galassi




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