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      Disgustato della trista compagnia, se n'era venuto allontanando; e finalmente l'ultima volta che s'era trovato alla loro adunanza, era nata, non mi ricordo come, una questione, che per parte di don Filippo presto divenne lite furibonda. Venuto ad uno di que' suoi impeti, solo in mezzo a loro, li chiamò ladri, assassini, ecc., e Targhini facendo dimostrazione di metter mano all'arme, egli cavò il celebre pugnale n. 3 - davvero in mano sua, quand'era in que' momenti, valeva per tre! - disse urlando - sui vostri pugnali ci sputo, - ed ho paura dicesse peggio, poi, fattosi largo, poté uscir loro di mezzo, portando fuori la pelle intera, che non fu poco!
      - Questi birbanti hanno creduto che li avessi a denunciare al governo. - Io spia! e m'hanno appostato per quella scaletta che ti dissi, e stasera venir tutti qui! Chi sa che cosa avean combinato. Basta... ce la vedremo! Ma ringrazio Iddio che tu almeno non ci hai che far niente... lo temevo! meglio cosí. Guardatene! - E qui, calmandosi il parossismo, s'avvide che senza accorgersene m'aveva spiattellato il gran segreto. Quando, come a Dio piacque, mi riuscí di vederlo un po' tranquillo, e potei finalmente pensare ad andarmene a letto, mi disse:
      - So con chi ho parlato... ma ricordatene però, per quel che t'ho detto c'è la pena di morte!...
     
     
     
      CAPITOLO III
     
      LE SOCIETÀ SEGRETE
     
      Della cattiveria umana non me ne sono mai molto meravigliato, neppur da giovane. Ma mi sono invece meravigliato da giovane e seguito tuttavia a maravigliarmene da vecchio dell'umana bontà. Quando penso che ci sono a centinaia uomini che si mettono nelle società segrete, dico che hanno pur ragione quelli i quali scelgono la professione di campare di prossimo col solo capitale della sua illimitata bontà, farsi schiavo di chi non si conosce; ubbidirlo ciecamente in un'opera egualmente ignota, se non altro, nella sua forma e ne' suoi mezzi; sottoporsi ad un tribunale che vi giudica come l'Inquisizione; ed esporsi ad avere un bel giorno la dolce sorpresa di trovarsi giudicato, condannato, e spedito all'altro mondo senza nemmeno il disturbo d'aver veduta la faccia né di un giudice né d'un testimonio; mettersi d'accordo interamente di motuproprio, senz'esservi obbligato, questa bagattella di basto sulle spalle, come se già non ci fossero in abbondanza basti inevitabili; sarei curioso di sapere se tutto ciò si chiami agire da persona di straordinario talento!


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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