Pagina (44/890)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Si può però immaginare se, a me, questa tranquillità riuscisse molto rassicurante.
      Mi pareva trovarmi in mezzo a que' fiori che nascono sulle ceneri d'un vulcano; ovvero di veder Damocle e la sua spada; salvo che, per variare, la spada questa volta si trovava sotto, e Damocle sopra.
      Per me come pel sor Checco la posizione era delicata.
      Come a Dio piacque, anche quella cena venne al suo termine; e dopo una boccata d'aria fresca presa sull'aia dalla compagnia riunita, dopo un nuovo esame dello stato del cielo e della probabilità di pioggia, vennero i "felicissima notte" ripetuti su tutti i tuoni, ed ognuno finalmente si diresse verso verso il suo letto.
      Io, nello spogliarmi, soffiavo. "Come finirà questo buscherio! Se lo voglion prendere, e che gli dian tempo, è certo, finché c'è mani le mena!... Lasciarlo solo, eh!... non si può. Mettersi contro la forza... eh! eh!...".
      Feci come tutti coloro che non sanno qual partito prendere. Non ne presi nessuno. Entrai a letto, e pure alfine m'addormentai.
      Non so quanto tempo era scorso, quando mi risveglio ad uno strepito che odo nell'andito. Vedo lume dal fesso sotto la porta, mi torna in mente il "luogo remoto" e seguito; balzo in piedi, e sento la voce del sor Checco (ah traditore!) che dice:
      - Non questo, è l'uscio del pittore... l'altr'uscio!...
     
     
     
      CAPITOLO IV
     
      DOLORI E GIOIE DELLA VITA ARTISTICA
     
      Il lettore rammenterà che al principio di questi ricordi, nel presentargliene il programma, ebbi cura di metterlo in avvertenza non essere mio disegno l'innestarvi storielle inventate: volere io invece esporre fatti veri e reali nella loro naturale e spesso incompleta ingenuità, senza punto incaricarmi se avessero o no le condizioni volute per formare una novella secondo le regole.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





Damocle Damocle Checco Dio Checco