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      Fra quella turba di sillogismi ammalati ce n'è però uno sano come un corno, che prospera ed ogni giorno acquista vigore... Lo vedo là giú in fondo, che se ne va impettito e ridendo sotto baffi: se non le rincresce, sentiamolo.
      Ehi, ehi! una parola... Faccia grazia, ci mostri come è costrutto. Diamo retta.
      N° 9. - Chi ha la forza comanda: io ho la forza, dunque comando.
      E non finisce qui, che questo è sillogismo colla coda come i sonetti. Sentiamo il resto.
      Per comandare bisogna potersi far ubbidire, per farsi ubbidire da certuni bisogna metter loro i manichini, ed io li metto... con quel che segue.
      Per quest'operazione non è prudente esser solo, ed è bene aver aderenti; gli aderenti s'hanno promettendo cose che allettino e mantenendo sempre la parola, io dunque prometto aiuto, soccorso di braccia e di quattrini - e non di vuotar le tasche o la catasta di fascine, come que' corbelli che sono usciti dianzi - ed all'occasione, quando gli aderenti hanno bisogno di me, costi quel che vuole, sono di parola e sempre ai loro comandi colle braccia e colla borsa. Cosí le cose mie, anzi le nostre, vanno bene; i miei aderenti, che sanno di non essere abbandonati nel pericolo, ridono sul viso di chi crede spaventarli colle smargiassate, e cosí, facendo tutti una famiglia, si campa; e, coll'aiuto del Signore, si camperà dell'altro.
      Gliel'ho detto, signor lettore, che ce n'era pur uno de' sillogismi che non aveva bisogno di cura! Questo, se non sbaglio, sta come un Cesare, e per lui non occorre trattato patologico; ma siamo finalmente d'accordo che molto occorrerebbe per gli altri. Dunque lo scriva! dice lei. Oh! qui lo volevo! Fossi matto a perderci il tempo! Sarebbe lo stesso come prender la cura d'una bella signora, di quelle piene di grilli, di convulsioni, fatte a modo loro, che ogni giorno n'hanno una nuova, e non fanno mai un rimedio ragionevole, né tengono un minuto un regime che abbia buon senso: ed in conclusione fanno impazzare il medico, e per contentino gli danno dell'asino e lo mettono fuor dell'uscio per ricompensa.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





Cesare