Pagina (94/890)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      È un gran dire, e aggiungerò, una gran mortificazione per chi ha nelle vene il puro sangue Gianduia, a pensare che in tante centinaia d'anni e di generazioni, a tutto s'è provveduto, si son fatte case, chiese, palazzi, torri, fortezze; s'è fatta perfino la cinta daziaria, ma, a aver di che levarsi la sete con l'acqua che non sia mescolata a certe infiltrazioni che... Dio ne scampi ogni galantuomo! a potersi lavar mani e viso senza star a misurar bicchiere piú, bicchiere meno, nessuno, vivaddio, pare ci abbia pensato.
      E le azioni d'acqua potabile? Colle azioni nessuno mai s'è lavato il viso, e se gli osti non avessero trovato di meglio volevo vedere come allungavano il vino. Dunque quando le azioni corrono in limpidi cristalli, come dicono i poeti, la discorreremo. Intanto si lasci dire quel che disse il mio amico conte Siccardi alla Camera, a proposito del foro ecclesiastico: - Signori, fate presto quanto volete a votare questa legge, sarete sempre gli ultimi nel mondo civile. - Cosí, se Dio vorrà che venga quest'acqua benedetta, l'avremo, ma... gli ultimi.
      E a quanti usi non serve in una città l'abbondanza e la buona qualità delle acque? Serve a mantenere e migliorare la salute pubblica, e quindi a poco a poco contribuisce a migliorare la razza. Curiosa! Si pensa a migliorare le razze bovine, cavalline, canine, asinine, pecorine, suine, e persino quelle delle galline, e alla povera razza umana, a renderla piú sana, piú vegeta, piú forte, non ci si pensa si può dir mai!
      L'acqua serve alla pulitezza delle persone, come delle cose; e Dio sa se a Torino ce ne sarebbe bisogno! Quanto a chi ha da spendere e sta bene, se son sudici è colpa loro. Ma la povera gente che abita per le soffitte sopra una dozzina di capi di scala, bisogna sapere che cosa le costa una secchia d'acqua.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





Gianduia Siccardi Camera Dio Dio Torino Dio