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      - Non era lui!
      Era un disgraziato di un vaccaro, con un cavallo che somigliava a quello di Natale come due mezze mele, e che ci passò accanto a uso fulmine, e non meritò certo tutte le saette e gli accidenti che mezzo in riso e mezzo sul serio gli si mandarono dietro.
      Ora, dirà lei: - Questo Peppe Rosso non era poi dunque quel gran bravo che ci veniva dicendo. - A questo rispondo:
      1° Che il gran Condé disse talvolta, parlando de' suoi casi di guerra: Nous avons fui; e se non basta, aggiungerò per 2° che ad una anche somma probabilità d'essere ammazzati gli uomini da bene fanno buon viso; ma ad una assoluta certezza, com'era questa, parecchi storcono il muso. L'umanità è fragile e ci vuol indulgenza.
      E con questo fatto, dal quale per me la morale fu d'imparare che gli amplessi piú stretti non sono quelli dell'amicizia, e neppur dell'amore, chiuderemo, finalmente, la nostra descrizione su Marino e delle sue usanze, prendendo definitivamente congedo dal sor Checco Tozzi e dalla sua interessante famiglia.
      Il sor Checco Tozzi lo rividi d'allora in poi una volta sola, e fu un giorno molto tempo appresso che l'incontrai per la campagna, avviati egli ed io soli ed a cavallo, per nostre faccende. Ci fermammo un pezzetto a discorrere, ci facemmo mille accoglienze, e poi ci lasciammo, e non ci siamo veduti piú. Il sor Virginio, il sor Mario, la sora Maria, zi' Anna, dopo averle lasciate in Marino con vero dispiacere, le due ultime in ispecie, e con molto affettuosa dipartenza, non le ho piú vedute neppur esse.
      Non cosí la sora Nina.
      Nel 1845 passando con una comitiva per Marino, pregai m'aspettassero un momento che volevo far motto a certi amici. Malgrado i vent'anni trascorsi, trovai la casa Tozzi tal e quale: bussai, una bambina incognita mi venne ad aprire; neppur la sala terrena non era mutata.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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