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      Se mi venisse un'oftalmia, e che fossi obbligato a dettare davvero dovrei io allora dire che la scrivo?
      Dopo che in Francia s'è inventato l'homme sérieux, dopo che i bambini fumano, dopo che i giovani a diciotto anni non ballano piú, dopo che gli uomini di trenta sposano la dote, e le ragazze di quindici il milionario di cinquant'anni; dopo infine che i tre piú noiosi fra i sette peccati mortali, superbia, invidia ed avarizia, hanno messo il piede sul collo agli altri quattro, s'è formato in ogni lingua piú o meno un tono magistrale, didascalico, pesante, malinconico, che a ,e fa l'effetto d'essere noioso assai e che quindi intendo evitare.
      Ad ogni questione che si presenta, è nella natura mia di correre col pensiero immediatamente a considerare tutti gli aspetti, come tutte le conseguenze. Delle cose serie mi vien fatto assai sovente di vedere il lato ridicolo, come delle cose ridicole mi si presenta tosto il lato serio.
      Tale sono, tale mi mostrerò nel mio scritto. La vita, grazie a Dio, non è sempre né trista né tragica; è talvolta lieta, talvolta d'una serietà ridicola, che è il non plus ultra del genere buffo. Narrando una o piú vite, perché dovrei riprodurne un solo aspetto, e non tutti quelli che in natura esse vestono a vicenda?
      Penso dunque di lasciarmi portare a seconda dei soggetti che mi verranno successivamente fra le mani; e se poi da essi scaturiscono riflessioni od insegnamenti, perché li tacerei?
      Eccole, o lettore, il mio menu. Se le sembra che prometta, venga con me. Se le pare da non fidarvisi, ci troveremo in migliore occasione; a rivederla, e stia sano.
     
     
     
     
      PARTE PRIMA
     
     
     
      CAPITOLO I
     
      Quaesivi justitiam et odiviiniquitatem, propterea...
     
      Ho passata tutt'intera la mia vita sino a tre mesi fa, senza saper altro della mia famiglia se non poche notizie udite da un vecchio agente di casa.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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