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      Aveva la testa quadra ed amava il suo paese, né voleva certo intendere esclusivamente dei gentiluomini della gerarchia nobiliare; bensí intendeva parlare di tutti coloro che ebbero educazione ingenua e si trovavano in posizione possibilmente indipendente.
      Non era certo sua intenzione, come non è punto la mia, il porre in poca stima quegl'individui ai quali fosse toccata piú umile fortuna; ma nella società la bisogna dev'essere divisa secondo vuole l'utile suo. Come a bordo d'una nave è tenuto conto delle qualità d'ognuno, al suo miglior governo: - Chi sa, regga, e chi non sa, ubbidisca: - e se le navi vanno generalmente meglio degli Stati, ciò accade per la sola ragione, che in esse ognuno accetta la parte che gli compete, mentre negli Stati generalmente, meno se ne sa, e piú s'ha la smania di comandare.
      E non basta dire: "Chi sa, regga" se non s'aggiunge: "e regga chi ha piú la fermezza di sacrificarsi al dovere" vale a dire di sagrificare il proprio interesse all'interesse di tutti. Ora domando io quale de' due potrà sentirsi piú pronto a tale sacrificio, quello che sin dall'infanzia avrà udito esser cosa onorevole e liberale acquistare virtuosamente e donar gratis, o quell'altro che da quanto vide e udí bambino, dové pensare essere missione dell'uomo su questa terra comprare a buon mercato e vender caro?
      Ma la democrazia di Washington era il trionfo del diritto comune sul privilegio. Ora, quella che vediamo, è invece il trionfo d'un altro privilegio sul diritto comune. La scuola realista non fiorisce soltanto nella letteratura e nella pittura, può anzi dirsi che la sua vera culla fu il campo politico. (Chi volesse andare pel sottile in cerca di origini remote, dovrebbe por mano ad Hegel e Schelling, ai panteisti, ecc.; ma lasciamo ai Tedeschi le nuvole). Questa scuola non conoscendo di reale al mondo se non il brutto ed il sudicio, come l'ha messo avanti nell'arte e ci ha date ne' libri per eroine le mantenute e per eroi i galeotti; come ci ha dato in pittura quelle tali tele, che viste passando a cavallo di galoppo potrebbero parere pitture, ma viste altrimenti, no, perdio; questa scuola, dunque, nel campo politico che cosa ci poteva dare?


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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