Pagina (143/890)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Le delizie di Cesare in genere erano la vita domestica, in famiglia, con pochi e provati amici ch'egli godeva riunire alla sua mensa... La sua giornata era piena. Dopo le cose della religione, consacrava molte ore a sua moglie, della quale perfezionò l'educazione con buone letture, traduzioni ed altri esercizi adattati. Ripete essa il poco che sa all'amorevole industria e comunicativa d'un tanto maestro. Quattro ore al giorno furono consacrate per lo piú a questi studi pel corso di quattro o cinque anni; e cosí si preparavano pure materiali per l'educazione dei figliuoli, onde mettere la madre in grado di supplire, quando il marito fosse chiamato altrove da doveri civili o militari. Il tempo che rimaneva, egli lo impiegava negli studi di belle lettere, storia profana ed ecclesiastica, ecc. ecc.
      Ma questi conforti di famiglia, questi giorni di studioso riposo, erano in apparenza tranquilli, in realtà agitati da neri presentimenti.
      Per chi ama veramente la patria sua, vederla a poco a poco decadere e sconnettersi, sul pendio fatale che la conduce alla rovina o almeno a lunghe e terribili sventure, assistere a questo precipizio senza aver forze o modo d'arrestarne il corso; vedere tutto ciò e sperare poterlo dimenticare, poter consolarsi colle lettere e colle arti! Chi lo crede possibile non ne fece la dolorosa esperienza.
      Purtroppo la faceva mio padre, lunga ed amara.
      Un monte di riflessioni mi si presentano qui. Me ne lasci dire qualcuna. Da secoli l'umanità si volge come l'infermo sul suo letto di dolore. Cerca refrigerio anch'essa col mutar lato e non s'avvede ancora che il male non viene dalla positura, ma che l'ha in sé e che a quello bisogna pensare e trovar rimedio. E qual è questo male?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





Cesare