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      Non avevo mai avuto tanto di bello ed ero in estasi.
      Veniva talvolta a far il chiasso con me un altro bambino, figlio del conte Cinzano, e siccome neppur lui era guastato in genere balocchi bisogna anche riflettere che tutte le nostre famiglie allora erano al verde, la mia carrozzetta gli faceva venir l'acqua alla bocca e vedevo che proprio su ne struggeva.
      Mi fece una tal pietà, udendo da lui che non aveva nulla per divertirsi, che subito gliela regalai; e lui senz'aspettar la seconda parola, via colla carrozzetta, tutto contento. Io rimasi grullo che quasi me ne pentivo; se non che, quando lo seppero i miei, scoprii tosto che dovevo aver fatta qualche gran bella cosa, tante furono le carezze che ricevetti; e non basta: il giorno dopo mi vidi arrivare la piú magnifica fra le carrozze di quel tal mercante ov'era stata presa la prima!...
      Quel mio atto di sagrificio prodotto da un senso affettuoso, mi sembra anche oggi fosse lodevole; e non ho mai potuto capacitarmi dell'idee di M. de la Rochefoucault che dichiara non fare nessuna stima del sentimento della pietà. È vero ch'egli viveva ad un'epoca nella quale ad un mal di capo di un gentiluomo ci si badava; ma a due tratti di fune dati ad un manant, che lo mandavan a casa storpiato per la vita, chi ci badava? Allora usava la pietà relativa.
      Del resto il Vangelo dice: Beati misericordes, ed il Vangelo c'era pure in quel tempo!
      Ciò mostra quanto lungamente i Cristiani di nome siano rimasti pagani e peggio di fatto; e se si volesse esaminare anche il mondo presente partendo da quest'idea, si troverebbe forse che la civiltà cristiana ha delle miglia da camminare prima di meritare il suo titolo. Esempio.
      Supponiamo uno di quei gran casamenti come si vedono a Genova, a otto o dieci piani, divisi in quartieri occupati, da altrettante famiglie.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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