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      Fece dar gli Esercizi di pietà
      Da un prete seccator senza misura.
     
      Ma il mio prete, non so come, scoprí il sonetto. Lo seppi molto tempo dopo, che allora non mi disse nulla.
      Certo, a vedere il bel frutto prodotto dalla sua ultima fatica, gli dovette cadere il cuore in terra!
      Mio padre fu informato del fatto, ma neppur da lui ebbi rimproveri. Probabilmente avrà detto al prete: - Le sta bene -. Il fatto si è che dopo allora scemarono le pie seccature, e fui lasciato respirare.
     
     
     
      CAPITOLO VII
     
      L'insegnamento religioso è uno dei maggiori problemi dell'educazione. Esso apre il campo alle piú sottili questioni metafisiche; ma mi guarderò bene dall'entrare in questo laberinto pel quale nessun'Arianna s'è presentata ancora con un filo, che non vi resti in mano appena ve ne volete servire.
      Dal principio dei secoli ogni generazione interroga cosí sé stessa:
      Di dove vengo?
      Che fo?
      Dove vo?
      E la ragione umana non essendosi finora saputa risolvere a dire quello che è realmente, cioè: Non lo so, ha trovate, secondo i tempi, centinaia di risposte una piú bella dell'altra; e ne seguiterà a trovare, suppongo, finché Iddio la manterrà usufruttuaria di questo pianeta.
      Ma se uno può guardarsi dalla metafisica, nessuno può togliersi d'intorno la vita pratica e reale con tutte le sue inevitabili necessità.
      A guidar l'uomo fra queste, senza porre la sua ragione alle torture metafisiche, può provvedere e provvide difatti la Fede. Essa risponde risoluta ai tre quesiti e dà la traccia da seguire a chi vuole essere ad essa conseguente.
      Ma, come già ho detto molte pagine addietro, l'uomo crede quello che può e non quello che vuole; e nell'età presente, a voler esaminare e discutere con frutto le questioni pratiche della società, fra le quali tengo per fondamentale l'educazione, conviene necessariamente, a voler essere udito, prender un punto di partenza che possa esser accettato da tutti, o da quasi tutti.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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