Pagina (229/890)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Io, non volevo altro, abboccai subito, me la feci insegnare; e qui cominciò un va e vieni di ragazzate, di ambasciate, poi occhiate tenere e cento scioccherie dello stesso genere, tutte troncate poi dalla pariglia di posta che ci messe fuori di Porta del Popolo!
      Tutte queste scoperte (e lo erano proprio per me allora) me le ruminavo con molte altre ancora, rincantucciato, ravviluppato e stretto nel mantello in fondo al legno, mentre correvamo sulla via di Toscana.
      Le idee di mio padre sul clero e sulla curia romana erano certamente esclusive ed assolute; ma col suo buon giudizio era impossibile non avesse veduto quel che era però visibile agli orbi. Durante il viaggio mi venne insinuando, senza parere tuttavia di farne un caso grosso, che d'un paese dove eravamo stati cosí bene accolti, pareva convenienza e dovere parlarne sempre con riguardi, ancorché vi si fossero potuti notare abusi e disordini. E tal massima presa con discrezione non è da condannarsi.
      Egli certamente s'affliggeva del nessun contegno di una parte di quella società, e per usare il gergo d'ora, della sua poca rispettabilità; ma si confortava, appoggiandosi all'idea del giudeo Abraam del Decamerone; la miglior prova della verità della religione quale la professa Roma, stare appunto nel trovarsi in tali mani, eppur durare.
      Ragione che sussiste fino ad un certo punto; poiché se Boccaccio avesse avuto pazienza d'aspettare una quarantina d'anni, avrebbe imparato da Giovanni Huss pel primo e da Lutero e compagni in seguito, che in certe mani le cose durano sí, ma durano finché si strappano. Non dico niente, se Boccaccio e l'ebreo tornassero al mondo ora!
     
     
     
      CAPITOLO XI
     
      Alle due o alle tre che fossero dopo mezzanotte, mi trovai un giorno finalmente in casa a cercare a tentoni il mio letto, posto in una medesima camera con quello di mio fratello Enrico, che svegliai.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





Porta Popolo Toscana Abraam Decamerone Roma Boccaccio Giovanni Huss Lutero Boccaccio Enrico