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      ... ariamo diritto... ecc." e cosí mi trovassi legato e nel bivio di mancare, o al giuramento fatto al Re come deputato, ministro, senatore, governatore e che so io, o a quell'altro prestato ad un presidente di vendita di carbonari: e per terza ed ultima fortuna, siano governi o sette o partiti o chi si vuole, mi potranno voler bene o voler male, mi potranno lasciare in pace o perseguitare, ed anche ammazzare se occorre, ma darmi del girella, del traditore, li sfido.
      Trovandomi dunque allora, come sempre mi sono mantenuto, libero di me, delle mie azioni e perfettamente indipendente, stavo a veder quel che dovesse uscire di tutto questo guazzabuglio.
      I fatti del '21 sono noti, ed anzi quasi scordati oramai. Il mondo ha passate ben altre fortune da allora sino ad oggi! Pure esporrò alcune riflessioni che mi si presentano a questo proposito.
      Per quanta sia la stima e l'amicizia che professo per parecchi capi di quella rivoluzione, dico francamente, che non la posso approvare né per la sostanza né per la forma.
      Un popolo non si commuove se non per quello che conosce, o almeno desidera. Dunque prima d'iniziare l'azione stabilite l'istruzione, o sappiate almeno destar la passione, il desiderio.
      Le prodigalità di Luigi XIV e successori, i barbari privilegi del clero e della nobiltà, gli scritti della scuola d'allora, alla quale le vessazioni e le scioccherie del vecchio sistema, sia politico sia religioso, spianavano cosí diligentemente la via, istruirono i popoli, accesero in loro il desiderio d'ordinamenti migliori, e la rivoluzione francese riuscí! Ma nel '21 in Italia erano troppo fresche le memorie della prepotenza militare, del blocco continentale, delle violente annessioni o separazioni di province e di regni, che avean avuta la loro origine immediata nelle ambizioni napoleoniche, e mediata nelle idee e negli atti della prima rivoluzione; memorie che cinque o sei anni di restaurazione non avean potuto cancellare: però nell'opinione della maggiorità, che per legge di natura sono composte sempre dei meno avveduti, le restaurazioni erano state un ritorno alla vita, un riposo, una felicità, una liberazione d'una tirannia grave ed odiata.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





Luigi XIV Italia