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      ... Sed gladiator erat!
      Chi di noi non s'è dovuto meravigliare talvolta nel vedere un attore né giovane né bello avere a' suoi piedi un'Ippia di prima sfera? Sed gladiator erat!
      Chi non ha vedute attrici, veri miracoli di triviale bruttezza, accendere amori che doveano aver sugli occhi invece d'una benda un coltrone? Sed ludia erat!
      Quando in Italia ho sentito sul teatro urlare, stonare e non saper piú né fermar la voce né modularla, ho pensato: l'Italia risorge.
      Difatti le smanie per attori ed attrici, i trionfi, le serenate, le fiaccole, gl'inni, le adorazioni alle ballerine si producono, a dir il vero, piú altrove che in Italia: in questo un qualche progresso c'è. Tuttavia non è inutile anche in Italia l'indicare quanto importi avere una scala esatta della rispettabilità. Vi sono teatri, scene, attori e attrici, impresarii, e soprattutto macchinisti, i quali non hanno che fare né con San Carlo, né colla Pergola, né colla Scala; co' quali però quell'altra scala che s'è detto è bene averla alla mano, ed adoperarla per metter tutti allo scalino che loro compete. Bene spesso essi sbagliano scalino, ed il pubblico li lascia fare.
      Riprendendo ora il filo del racconto, i miei parenti s'adattarono al mio desiderio; rimanendo intanto sospesa la questione del vendere. Difatti prima di vender quadri bisogna farli e trovar chi li compri. Mio padre mi chiamò un giorno, e mi disse che egli acconsentiva ai miei progetti, che ero libero di partir per Roma quando volevo, ma che soltanto m'avvertiva ch'egli non era disposto a darmi nulla. Questo nulla mi parve poco. Gli alzai gli occhi in viso con un atto modesto, interrogativo e meravigliato. Egli seguitava, spiegandomi che per nulla intendeva, nulla di piú di quello che mi dava mentre convivevo in famiglia, per il mio vestiario: centotrenta o centoquaranta franchi al mese, se non erro.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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