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      Tu pari el Cor di Gesú!
      La Madonna del Tufo è un piccolo santuario, una cappelletta ad un mezzo miglio dalla Rocca, colla quale comunica per una strada piana ed ombrosa che è la passeggiata del paese.
      Per uno dei primi studi ch'io feci alla Rocca, mi collocai su questa strada. Il primo giorno mentre lavoravo vidi comparire la Carolina col grazioso vestiario delle Rocchigiane, busto rosso, panno bianco in capo, e spadino d'argento in traverso, terminato dal tradizionale emblema d'una mano che chiude il pollice fra l'indice ed il medio, ultimo ricordo di Dio sa quali culti e quale età dimenticata!
      Carolina aveva quel che in francese si dice un port de Reine; si fermò un momento a vedere quel che facevo, e poi seguitò la sua strada verso la Madonna. L'indomani ritornò all'istesso modo, e finché durò lo studio in codesto luogo, ogni giorno essa visitò la Madonna del Tufo.
      Il paese, fosse o non fosse vero, non penò molto a persuadersi che essa avesse decisa simpatia per me.
      Un giorno sull'ore calde me la vidi comparire in casa, e mi disse che in paese si ciarlava, che ciò le dispiaceva molto, che se, Dio ne guardi, se n'accorgeva Carluccio..... ecc. ecc. Io non mi volli neppure fare l'interrogazione che ogni giovane si sarebbe fatta in simil caso, e molto meno risolverla per l'affermativa, ed agire in conseguenza. Volevo studiare, lavorare e non fare all'amore. Poi Carluccio mi si mostrava amico; io gli volevo bene: di piú nel lavorio morale che si veniva operando in me, i sentimenti di giustizia, di lealtà prendevano a poco a poco il sopravvento; non dissi dunque parola, non feci atto che fosse reprensibile, e Carolina uscí, com'era venuta.
      Fin qui non v'era nulla che potesse generare catastrofi; come non vi fu mai nulla neppure in appresso fra quella buona Carolina e me Ma non serve in certi casi essere impeccabili.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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