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      Mi affermarono che l'adoperavano le opere come tavola da pranzo.
      Ma la curiosità femminile della nuova sposa la condusse un giorno a voler vedere che cosa stesse in questa madia inchiodata. La schiodò, l'aperse, e trovò quello spettacolo che si può immaginare; come si immagineranno gli stupori, e poi le inquisizioni, e poi le scoperte, e la confessione alfine del povero marito, che per prima cosa dové fare un fascio delle care memorie e riportarle dove le aveva prese. Si raccomandò pel segreto, ma di comare in comare la cosa giunse all'orecchio del Vicegerente, ed in conclusione il Jacobelli un bel giorno si trovò in prigione accusato di violato sepolcro; e non ne uscí se non dopo un tempo che forse sarà sembrato lungo alla moglie, ma che certamente sembrò piú lungo al marito, vecchio geloso e in prigione mentr'essa era giovine, bellina e libera.
      Questo fatto non era stato solo del suo genere nella vita del sor Jacobelli. Quando gli morí il padre, egli volle rimanere la notte alla veglia del corpo. Piangeva e veniva dicendo fra i singhiozzi: - Che proprio non t'aggia a veder piú, Tata mio!
      Non sapendosi risolvere ad una separazione assoluta, trovò un luminoso espediente: schiodò la cassa e con un coltello tagliò la testa al genitore; e riposta ogni cosa in ordine, ebbe almeno questa memoria di lui, della quale non mi ricordo, e poco importa, l'esito finale.
      Cosiffatto era il cuore del signor Jacobelli, ed il suo modo di voler bene.
     
     
     
      CAPITOLO IV
     
      Intanto era venuta la rinfrescata; e secondo l'uso molto ragionato de' Romani di passare i gran caldi a Roma ne' loro quartieri spaziosi e freschi, di dove escono soltanto la notte; - mentre se fossero in villa di giorno non uscirebbero pel caldo, e la notte dove anderebbero?


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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