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      Ma, badiamo, questo accade nel mezzo ceto, ed in parte anche nel patriziato. Ma fra il popolo, in ispecie in Trastevere, alla Regola, ed a' Monti, non se ne trova esempio. Fra questo popolo stesso si distingue poi una specie d'oligarchia gelosa piú dell'altre di mantener puro il sangue romano, e quest'oligarchia sta principalmente ne' due mestieri di selciarolo(17) e di carrettiere del vino.
      È raro che ne' matrimoni costoro escano dalla loro classe; e non c'è capitolo di Canonichesse tedesche piú convinto dell'altezza della propria nascita di quel che lo siano i membri di queste due umili, ma non vili professioni.
      Per legge fisiologica i matrimoni ristretti fra pochi sono dannosi alla specie. In questo caso però, mente la legge fisiologica; o forse la decadenza colpisce soltanto le classi oziose e molli, non le forti ed operose. A colpo d'occhio s'osserva la differenza che è fra costoro e la rimanente popolazione. La struttura quadrata de' loro corpi, il volume ed il modellato de' muscoli, le nobili attaccature, la complessione asciutta, senz'adipe, senza pancia, mentre a Roma ambii sessi nell'altre classi tendono al tondo ed al rilassato, li mostra veri discendenti di que' legionari, che portando nelle marcie oltre l'armi, oltre i viveri, anche un palo per l'accampamento, ogni sera dovevano fortificare questo con fosso e spalto, prima di riposarsi. I bassorilievi ci mostrano, in marmo, com'erano fatti questi antichi uomini di ferro, ed i carrettieri del vino ce li mostrano oggi di carne e d'ossa.
      Sono gente rozza ed ignorante, è verissimo; ma nel loro aspetto, ne' loro atti, nel modo di stare, d'andare, d'atteggiarsi, è un'espressione altiera, una sicurezza orgogliosa, che in nessun popolo del mondo m'è accaduto d'incontrare: ed è impossibile non rimanere colpiti dai caratteri di superiorità che appaiono in codesta parte della popolazione; la quale, nelle fattezze, nell'espressione, nel modo di vivere, e perfino nei materiali, negli attrezzi delle loro industrie, mostra un grandioso, affatto speciale a loro; una maestà, un far di padroni, che si cerca invano nelle classi elevate.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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