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      E quanto facilmente chi ha cuore si stima colpevole con loro!
      Io che non lo ero, quasi mi giudicavo tale, e passai giorni e nottate di vera ed amara tristezza.
      Poi, come accade a' giovani, ed anzi come per legge conservatrice del mondo accade a tutti, le impressioni vennero perdendo vivacità, e a poco a poco ritornai nel mio stato di prima.
      Quest'inevitabile ritorno alla serenità normale m'è parso sempre un brutto lato della nostra natura, ma però son ben lungi dal credere che la cosa possa andare altrimenti!
      Poveri morti, perché piangervi oggi; e fra mesi, fra un anno ridere e burlare? Voi non vi siete mutati; l'amore che ci portaste, il bene che ci faceste in vita, è un fatto sempre vero e reale, e perché dobbiamo mutarci noi?
      Per questo il culto de' trapassati l'ho tenuto sempre come prova d'animo gentile. Comprendo i Cinesi, e li lodo. Lodo i gesuiti (non m'accade ogni giorno) che non vollero mutare in peccato i piú giusti ed i piú soavi sentimenti del cuore; e per conseguenza biasimo i domenicani opponenti, i quali col loro fanatismo riuscirono semplicemente a far mettere fuor dell'uscio e loro e gli altri tutti.
      Del resto da gente che per cinquecent'anni avea fatto bruciare uomini per un articolo di credo, non si poteva aspettar tenerezza per chi piú non è.
      Per questo m'è cara la comunione d'aspirazioni e d'interessi fra morti e vivi, che viene stabilita dall'idea del Purgatorio e de' suffragi: ed ecco uno di que' casi ne' quali se la ragione dubita ed esamina, il cuore accoglie!
      Pur troppo l'aspetto affettuoso e santo di questo dogma ha nella pratica un brutto rovescio. Purtroppo v'è chi sta alla posta per sfruttare la facile credenza, compagna indivisa dai grandi dolori.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





Cinesi Purgatorio