Pagina (431/890)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      A ventitré o ventiquattr'anni giova il trovarsi in un elemento che vi regga, v'elevi, vi dia energia: se poi c'entra di mezzo l'amore cresce a mille doppi l'importanza d'incontrarsi con un'anima di nobil natura, capace e desiderosa del bello morale.
      Concederò ai teologi che l'amore illecito è sempre un inconveniente sociale, ma rimarrà pure innegabile, che un amore illecito può esser molte volte degno e generoso, e spingere ad opere utili ed a nobili sacrifizi, mentre il tristo errore di lasciarsi cogliere dalla sola bellezza, unita ad un'anima, se non perversa, fiacca e triviale, strascina talvolta ad incalcolabili conseguenze, tormento e danno dell'intera vita.
      Io mi trovavo appunto in quell'età, nella quale chi è capace d'ardenti passioni traversa prima o poi questa pericolosa burrasca, che sta al morale dell'uomo, come sta il vaiuolo al suo fisico.
      Ambedue i mali si vengono preparando alla lontana, e poi scoppiano improvvisi, e lasciano alle volte il paziente malamente segnato. Appunto in quell'ottobre mi andavo lentamente disponendo ad una crisi che fu poi violentissima, tantoché ancora mi meraviglio d'esserne uscito vivo.
      Incontrai un'anima che con qualche buona qualità non aveva ombra d'elevatezza: venuta su secondo la consuetudine delle famiglie romane d'allora, senza persona che conoscesse pure l'esistenza della educazione del carattere e del cuore, e s'occupasse d'imprimergliela: quanto all'intelligenza zero assoluto, al punto di saper appena scrivere, senza discorrere d'ortografia. Ma la forma esterna pareva singolare, anche nel paese della piú frequente e perfetta bellezza muliebre; e per un organismo artistico, impressionabile, qual era il mio, la bellezza, come il sole, abbaglia e non si vede piú altro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890