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      Tuttavia un'ombra di ridicolo, o talvolta di peggio, lo segue; e proprio netto, difficilmente ne può uscire.
      Là invece, Dio ne guardi a lasciarsi sfuggire uno scherzo, una parola di canzonatura per un tipo tanto interessante e tanto utile! Le donne in specie, e piú le mezze vecchie vi davano sulla voce: Ché?.... ché?.... È un galantuomo, una brava persona, persona educata!
      Se poi un marito, un po' meno educato, faceva quello che il senso ordinario d'ogni paese del mondo trova naturalissimo; se si liberava in un modo o nell'altro di quel tale che si presentava in casa come socio; o se soltanto non gli faceva quell'accoglienza che il medesimo riceveva dalla moglie, era uno scoppio generale d'indegnazione in tutta la chiesa di Gnido.
      Ricordo benissimo il caso d'un giovine, figlio d'una signora che teneva casa aperta dove correva tutta Roma. Egli s'era innamorato d'una giovane moglie d'un ufficiale, anch'esso giovane, bell'uomo d'ottima indole, che aveva la strana pretensione che la sua metà dovesse contentarsi di lui.
      Ma la metà non si contentava niente affatto; e finalmente un giorno l'ufficiale ebbe l'audacia di dire in volgare, ed in chiare note ad ambidue, che non intendeva portare il cimiero d'Atteone; aggiungendo quelle parole che s'usano in simili occasioni da chi ne ha piene le tasche.
      La sera mi trovo nella solita società, ed accostandomi ad un crocchio ov'era la padrona di casa (madre dell'amante) la vedo alterata, la sento che borbotta, spiccando ogni tanto qualche improperio con maggiore appoggiatura, e mi ricordo benissimo della parola: - Cosaccio!.... che cosaccio! -
      Mi accosto all'orecchio d'un amico - Con chi l'ha Cintiola?"
      - Con P....
      - E perché?
      - Perché ha fatto una sparecchiata alla moglie ed a lui.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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