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      Ma, poveretto, morí di ventinov'anni e mesi.
      È impossibile a non esser commosso scorrendo uno scritto che col titolo di Pensées diverses rimane di lui e che mi fu dato di rintracciare. È una specie di giornale nel quale manifestò le sue idee, le sue riflessioni su se stesso, sugli altri, sui suoi difetti, sui modi che deve tenere per emendarsi: ora si dirige rimproveri, ora mostra pentimenti, ora spera, ora dispera; o si perde d'animo, o ne ritrova le forze.
      Non so se il cuore mi faccia illusione, ma non mi par senza profitto citare alcuni brani di quelle Memorie intime, che certo egli non sognava potessero mai uscire dalle tenebre del suo gabinetto di lavoro. Si vedrà senza velo un'anima schietta, inquieta pur cercare il bello ed il buono senza poterlo raggiungere: e si vedrà come l'uomo deve saper lottare con se stesso.
      Egli era stato educato al Liceo ed aveva fatti i suoi studi in francese, e per lo piú su' libri francesi, poiché la sua carriera fu quella delle scienze esatte. Perciò scrisse in francese. Egli incomincia dall'esame di se stesso e dice: "Arrivé à 28 ans, mon jugement n'est pas encore raffermi, ma constance au travail ne dure souvent que 24 heures. À tout moment je change désir. Le temps me passe très vite en son ensemble, tandis qu'il pèse sur toutes les parties de mon existence.... C'est à la fermeté dans les idées ainsi qu'à la constance dans l'effort, que les génies médiocres (ed egli, ripeto, s'esagerava questa mediocrità che era piuttosto tardità) doivent leurs succès dans des choses oú des gens doués d'une plus grande force d'esprit ont parfois échoué.... Celui donc, qui par tout ce qu'il a fait jusqu'à présent reconnaît ne pas avoir de grands talents, doit ou abandonner la partie, ou - ce qui est bien plus digne de l'homme - s'armer d'une longanimité à toute épreuve, se préparer aux ennuis, ecc. ecc.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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