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      La gratitudine non è una questione di politica; ma purtroppo la politica alle volte è comoda per servir di pretesto all'ingratitudine. Se quell'ottimo vecchio avesse potuto sapere che alla sua tavola sedeva l'autore futuro degli Ultimi casi di Romagna!...
      Mio zio, che di piú mi aveva battezzato, mi usava amorevolezze che nella sua natura poco dimostrativa erano di maggior valore. M'offrí persino di restaurare le mie finanze, ove per caso fossero in posizione spinosa.
      Quanto a questo, essa era spinosissima, e ciò nonostante, ringraziai senza accettare.
      I miei amici mi fecero osservare che ero un imbecille! Imbecille, rispondevo io, è quello che, potendo procurarsi onestamente un bene, non se lo procura. Ma la questione sta nell'idea del bene. C'è il bene morale ed il materiale, e per conseguenza due specie di piaceri. Se per me il piacere di far buona figura, di mostrarmi discreto, di carattere delicato, supera quello di avere qualche scudo di piú in tasca, ci rimettete forse qualche cosa del vostro?
      Argomento magnifico, che serviva soltanto a farmi confermare il mio titolo d'imbecille.
      Fra i miei amici però si venne cosí a conoscere tre fatti importanti: 1° che mio zio mi voleva bene; 2° che questo zio era cardinale; 3° che io potevo per conseguenza essere piú o meno corpo conduttore per le raccomandazioni.
      La prima mi fu proposta da una signora che aveva un parente sul limitare della carriera ecclesiastica. Mi prese a parte una sera in casa sua, ove capitavo spesso e me ne parlò.
      Qui conviene premettere una spiegazione. Nel Conclave non s'usan cucine; ma siccome pranzare bisogna, ogni cardinale fa preparare in casa sua le vivande per sé e per la sua famiglia - poca gente, s'intende; il conclavista ed un cameriere o due, se non erro: - e questo pranzo viene trasportato dalla casa del cardinale al conclave, in una cassa coperta d'un panno pavonazzo, specie di barella portata da due servitori in gran livrea.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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