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      Una simile disposizione, e la sua acerba forma, ferirono profondamente mio padre. Il suo carattere come i suoi servigi meritavano certamente maggiori riguardi: ma in tutti i governi italiani che si sono succeduti, questa non fu mai la parte brillante.
      L'aspettava però un disinganno ancor piú amaro, quello di rimaner solo, isolato, e messo da parte da' suoi amici; i quali, appena accortisi esservi precipizio in ciò ch'essi stimavano scala per elevarsi, lo rinnegarono con tutto lo zelo che in simili occasioni distingue gli scannapagnotte.
      Potrei dir il nome di qualcuno di costoro: e citarne uno, reso chiaro da altri che meglio meritava di portarlo: ma che pro? Riuscirei con ciò a distruggere il seme di codesti vermi?
      Questa circostanza era fatta apposta per essere di paragone al carattere di mio padre. Egli non si lagnò né della sentenza né della sua forma; ma non si sentendo colpevole, non discese a cercare assoluzioni, o ritorno in grazia. Ubbidí e tacque. Quello che sentisse verso que' suoi miserabili compagni, nessuno poté conoscerlo; ma il suo sangue, caldo come quello d'un giovane, ed il suo animo sdegnoso d'ogni viltà, dovettero certamente muovergli terribili assalti. Per fortuna ogni atto di virtú trova la sua colonna sugli eterni registri di Dio.
      Il governo (credo averlo già detto) non avea mai tenuto gran conto di mio padre: o per essere piú esatto ne teneva troppo conto, perché i ministri e gli altri gros bonnets amassero averlo tra' piedi. In ciò monarchici o repubblicani o misti che sieno, tutti i governi si somigliano. Amano che si sia galantuomini, ma.... ne quid nimis.
      Negli ordini burocratici moderni regna poi dalla cima al fondo una massoneria tutta loro, che veglia sugl'interessi comuni, ed è piena di ripieghi.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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