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      Ognun di noi, come accade, si rincantucciò nel suo angolo e, fantasticando o dormendo, aspettò l'alba.
      Le rosee dita della ridente aurora tolsero alla fine il velo che copriva il compagno: e vidi la figura d'una specie di collegiale, lungo, secco, giallo, con un viso di signorino impertinente, ed una voce di contralto sfogato, il quale certo faceva la sua prima uscita dal collegio o dai penati domestici. Ciò si capiva dall'esser ben in arnese, e provveduto di quelle cosette che danno le mamme o le zie vecchie al momento del distacco, come promemoria de' loro consigli, e buona misura dell'ultima benedizione. Sacchetto nuovo, berrettino di gusto, non so che a tracolla, tutta roba di prima uscita; e perfino un cartoccio di confortini (specie di pasta da monache), che il ragazzo pose a mia disposizione, e che io rifiutai; perché il cuore mi diceva che doveva fra noi sorgere ostilità, e non volevo avere obbligazioni al mio futuro ed ipotetico nemico.
      S'attaccò discorso, ed egli senza farsi pregare mi mise al corrente di tutti i suoi affari: dicendomi che, finita la sua educazione dai gesuiti, aveva ottenuto un posto, ed era in viaggio per andarlo ad occupare in Ancona, ove doveva raggiungere il suo corpo.
      Corpo! pensai io, dunque ho per le mani un soldato del Papa in erba.
      Mi disse poi che era ascritto come cadetto ne' soldati di finanza. Con che dovetti diminuire d'un grado la stima che m'aveva ispirata la mia prima supposizione.
      Tuttavia, nulla di meglio avendo da fare, pensai: "Studiamo questo doganiere da latte, e vediamo che idee ha pescato nel suo collegio." D'una cosa in un'altra lo tirai nel campo politico. Sapete con che sistema m'uscí fuori?
      Nientemeno, che tutti costoro che volevano novità erano matti, birbi, ecc. ecc.; e fin qui poco male, è un'opinione come un'altra; ma soggiunse poi aguzzando il suo contralto: - Eh il governo è troppo buono!


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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