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      Narra la mia storia che, postosi il cavaliere ai servigi di Alfonso di Castiglia, venne in breve pel suo valore e per sua cortesia in somma grazia del Re: il quale tanto amore gli pose, che donategli castella e baronie, di povero e ramingo lo fe' sopra ogni altro ricco e potente; e a porre il colmo a tanti favori volea dargli in isposa una sua stretta congiunta. Ma piú poté nel cuore d'Arnaldo l'amore d'Isoletta, e fattolo al Re palese, tanto gli seppe dire, che fu contento si partisse, con patto però, quando menata l'avesse, che a lui facesse ritorno. Postosi pertanto onoratamente in arme cavalli e famigli, prese la strada di Piccardia, ed a pochi giorni giunse a Salency in quella appunto, che la giostra delle rose da tutta la nobiltà del contado e da molti ignoti campioni si combatteva. Come tempo gli parve, lasciati i suoi fuori della terra; e posta al sommo dello scudo una rosa colta allora allora, con una soprasberga tutta verde, se ne venne alla sbarra dello steccato, che in mezzo ad un prato con logge e balconi ornati di ghirlande, banderuole e drappi d'ogni colore era stato fatto, ed era pieno di molta baronía, di dame e damigelle, e d'infinito popolo tratto a vedere le prove in arme de' migliori di tutta Francia. Pensi ciascuno che balzi faceva il cuore del valoroso giovane a quel punto, ove credevasi (meschino!) giunto ad ottener guiderdone di tanta fede, di tanto amore e di tanti sudori. Fu levata dai donzelli la stanga, ed il cavallo moresco d'Arnaldo, nero come piuma di corvo, si trovò in due slanci a mezzo il campo. Salutò con la lancia a terra la contessa, che sedeva in un alto ed ornato luogo, attorniata da molte nobili donne, né l'occhio del cavaliere vi corse pure un istante, tanto lo figgeva fra la gente di minor conto, sperando in ogni viso di riconoscer quello che veniva cercando: ma a mezzo appena era compiuta l'amorosa inchiesta, quando la tromba l'ammoní a toglier del campo, e dato di sproni al cavallo lo volse ond'era venuto, ed attese chi gli si dovea muovere contro.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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