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      Liberalità per la quale il peculio d'Ardengo, molto piú rapidamente che per ogni altra via, si veniva aumentando.
      Ad ogni nuovo atto di prepotenza al quale Ardengo sapesse servire con zelo ed astuzia, e fosse cosí venuto ad accrescer notabilmente il suo peculio, egli aveva all'anima una condanna di piú, si sentiva d'un passo piú vicino alla sua perdizione; ma il figliuol suo era anch'esso d'un passo piú vicino alla libertà. L'ansia, gli affanni, i terrori del povero vecchio in questo terribil contrasto è facile immaginarli: e quando l'incontrammo cavalcando la sua mula, avviato appunto ad uno di quei servigi che tanto ripugnavano alla sua coscienza, s'egli si mostrava al tempo stesso afflitto e volenteroso d'affrettare il suo viaggio, il lettore ne sa ora il perché.
     
     
     
      CAPITOLO II
     
      Mentre stavamo narrando al lettore l'istoria d'Ardengo, questi e frate Brisiano s'erano andati ingegnando di trovar la direzione del loro viaggio, e v'erano all'incirca riusciti. Giunti alla corrente del Lambro, che dopo l'inondazione s'era subitamente abbassato, ritornando nel solito letto, ove ordinariamente l'acqua non arriva a mezza gamba, l'avevan facilmente guadato, e, dopo molto cercare ed andar vagando, eran pur venuti a capo di rimettersi finalmente sulla strada battuta, e che ambedue benissimo conoscevano. Rotta e fangosa com'era, non permetteva vi si camminasse piú che di passo. Per questa ragione, ed anco per deferenza e rispetto al frate, Ardengo veniva a piedi a paro con esso, quantunque conoscesse quanto gli bisognava sollecitare il suo viaggio.
      Frate Brisiano era un uomo sui sessant'anni, di mezza statura, ben complesso, gagliardo, senza pelo bianco nella barba, o ne' capelli; cosicché si sarebbe creduto non giungesse ai quaranta: e come di corpo non invecchiava, cosí neppur di spirito; e nato con sangue bollente, animo ardito, cuor facile ad appassionarsi, andando innanzi cogli anni, non mutava punto natura: sarebbe poi stato difficile immaginarne una meno adattata al genere di vita ch'egli aveva abbracciato e che piú dovesse far parere strana e pazza la risoluzione d'abbracciarlo.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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