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      GIORGINA. Su questo non ti posso rispondere perché, a dirtela, non giungo ad intenderti. Sono anch'io una ragazza onorata, ma il mio onore non consiste nel cambiare uno sposo che vi ama, la possessione tranquilla d'un buon podere, con un pan bruno, un nastro al petto e forse una palla nella fronte. Però ciascuno ha i suoi gusti. Ma per ricavarne la conseguenza non potrò credere che il tuo amore per me sia quanto me lo vuol persuadere. Seguita, seguita pure la tua carriera, diventa anche generale, ma ricordati che non troverai piú chi ti voglia il bene che ti ho voluto io, e chi sa che un giorno o l'altro in mezzo ai tuoi onori non ti penta d'avermi lasciata, e...
      EDWARDO. Perché rimproverarmi cosí? Puoi dubitare dell'amor mio, mentre per potere stai teco un momento qui m'espongo al rischio della vita...
      GIORGINA. Della vita!!! Come?
      EDWARDO. Non sai che una sentinella sorpresa di notte a parlar con chichessia, è fucilata sul momento?
      GIORGINA. Che dici! Oh Dio! Tante volte dunque t'ho esposto?... Perché non dirmelo... Povero Edwardo se per mia cagione... Ah tremo come una foglia! Addio dunque neppur piú un momento.
      EDWARDO. Fermati, fermati, ora siamo sicuri.
      GIORGINA. No, no sicuramente. Piuttosto non vederti mai che esporti ad un rischio cosí grande... addio addio.
      EDWARDO. Ascolta almeno le mie discolpe...
      GIORGINA. Che discolpe, che discolpe? Amami. Ecco le tue discolpe.
     
     
     
      SCENA SECONDA(92)
     
      EDWARDO solo.
     
      [EDWARDO.] S'io t'amo! Eccomi il soldato piú felice del mondo. Una bella giovine che m'ama, ed una decorazione che m'onora. Cosa vorrei di piú? Oggi però ad ogni modo bisogna che la vada a trovare... sicuramente la voglio rivedere... ma... cosa vedo? Qui il re a quest'ora,... è cosa straordinaria, fortuna che Giorgina è partita.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





Dio Edwardo Giorgina