Pagina (821/890)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ho bisogno d'uno scudo per trovare chi faccia il mio servizio per me, e non avendolo, ho pensato di domandartelo in imprestito per uno o due giorni.
      FRITZ. Via non mi burlare, che davvero ne ho bisogno.
      EDWARDO. Non burlo no.
      FRITZ. Dunque non me li vuoi imprestare.
      EDWARDO. Lasciamo gli scherzi. Sai che quel che è mio è tuo; ma questa volta non solo non posso imprestar danaro; ma ne ho bisogno per me.
      FRITZ. Dunque sei senza un soldo?
      EDWARDO. Pur troppo.
      FRITZ (abbracciandolo). Vieni caro Amico fra le mie braccia. Conosco sempre piú che siamo nati l'uno per l'altro. Vedi che la fortuna ci riunisce. Orsú facciamo consiglio, e pensiamo come si potrebbe fare per non esser piú tanto spiantati. Vi sono (tre) molte strade per far denari. O rubarli, o domandarli o guadagnarseli. La prima sarebbe la piú facile, ma vi s'incontrano alle volte accidenti poco piacevoli, tanto piú se si ruba poco. Domandarli è vergogna. Dunque guadagnarseli. Vediamo. Tu che cosa sai fare?
      EDWARDO. Io? So mandare al diavolo la mia fortuna, e dare in pegno o la sciabola, o lo schioppo, o che so io per restare poi sei mesi in prigione se mi scoprono; ecco quel che so fare.
      FRITZ. L'ultimo articolo mi piace poco. Le mie abilità giungono piú in là. Non ti ho mai raccontato le varie figure che il mio talento mi ha fatte fare nel mondo, tutte belle, tutte brillanti, prima che mi venisse in pensiero d'esser soldato. Io, vedi, sono stato ballerino, filosofo, barbiere, e segretario. Sempre grazie al mio spirito ho vissuto allegramente, con qualche soldo in tasca, e quel che è piú senza rubarli: perché non so come, a dir la verità, sono poi sempre stato galantuomo. Il cielo avendomi dato l'ingegno di sapermi adattare alle circostanze, ha fatto sí che ho sempre seguitato il mestiere piú di moda sul momento.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





Amico Vedi