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      (Da sé.) Quando si dice che la fisonomia non inganna! che giovine amabile! Costui proprio m'incanta.
      EDWARDO (da sé.) Credo che l'ho contentata. (Forte.) Del resto per tornare a quel che si diceva or ora se la sola vostra figliastra è quella che v'impedisce di prender marito non mi pare che l'ostacolo sia insuperabile.
      GERTRUDE. Che volete la dote non è molta; lei poi è una scioccarella e in questi tempi i partiti sono rari.
      EDWARDO. Però io credo che potrei trovarvi...
     
     
     
      SCENA SESTA
     
      GIORGINA e DETTI.
     
      GIORGINA (uscendo in fretta). Ecco il re, il re se non sbaglio.
      EDWARDO. Il Re?
      GIORGINA. Sí vedetelo che s'è incamminato per il viale e viene verso di noi.
      EDWARDO (guarda). È lui sicuramente. Oh signora Gertrude io mi ritiro perché se egli mi trovasse fuori del campo sarei in guai. Mi rincresce d'interrompere... volevo dirvi appunto... ma ci rivedremo. (Parte.)
      GERTRUDE. Mi dispiace veramente. Addio; non mancate di venirmi a trovare. Che buon figliuolo è costui.
     
     
     
      SCENA SETTIMA
     
      GERTRUDE e GIORGINA.
     
      GERTRUDE. Entriamo in casa.
      GIORGINA. Non volete vedere il re?
      GERTRUDE. O re, o non re, entriamo in casa. (Da sé) Mi è venuto ad interrompere nel meglio! (Partono)
     
     
     
      SCENA OTTAVA
     
      FEDERICO solo.
     
      [FEDERICO.] Questa sicuramente dovrebbe esser la casa, se le mie istruzioni sono giuste. (Guarda) Eh non dovrebbero mancare, qui ha da star la bella. Son contento del Colonnello, ha subito trovato il filo, a dir la verità non avrei creduto di esser cosí presto informato di tutto. Povero Edwardo se crede che a me si possa far franca! Non sa che nelle mie truppe dal primo generale sino all'ultimo tamburo io so i fatti di tutti. Non mi dispiace però veder la gioventú che s'aguzza l'ingegno, è un segno di talento.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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