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      Ma a questo disordine si deve por rimedio; l'introdurre la bella nel campo vuol dir poco in tempo di pace; ma se fossimo in guerra sarebbe cosa piú grave. Edwardo però è un buon soldato, ha dei meriti, e non voglio che il castigo che gli darò lo metta alla disperazione. (Batte alla porta.)
     
     
     
      SCENA NONA
     
      FEDERICO poi GIORGINA e GERTRUDE.
     
      GIORGINA (di dentro). Chi batte?
      FEDERICO. Amici, aprite.
      GIORGINA (apre ed esce). Maestà! (S'inchina.)
      FEDERICO. Addio bella giovine. Ho visto di lontano questo grazioso casino, e la curiosità mi ha spinto a venirlo a vedere. Siete voi la padrona?
      GIORGINA. No signore.
      FEDERICO. Vostro marito; già è lo stesso.
      GIORGINA. Sono zittella signore, questo casino è di mia matrigna; ora la vado a chiamare. (Esce e poi torna con Gertrude.)
      FEDERICO. Dovrebbe esser questa la signorina che s'alza la mattina cosí presto. Bravo Edwardo non ha cattivo gusto. Se si sposassero che bella razza di granatieri! Oh questo matrimonio si deve far senz'altro.
      GERTRUDE (entra). Umilissima serva di Vostra Maestà.
      FEDERICO. Addio buona donna, mi permettete che veda il vostro giardino?
      GERTRUDE. Anzi questa è una grazia che ci vuol fare. Giorgina corri a prendere una sedia. (A Federico.) Perdonerà siamo povera gente. Se si vuol riposare un momento...
      FEDERICO. No no restate. Sto benissimo cosí. (Guardando Giorgina) Mi rallegro con voi avete una bella ragazza.
      GERTRUDE (a Giorgina). Fa' una riverenza a Sua Maestà. (A Federico.) Compatirà è una scioccarella. non ha ancora gran esperienza di mondo.
      FEDERICO. Oh questa s'acquista, poco male, poco male. (A Giorgina) Come è il vostro nome?
      GIORGINA. Giorgina per servirla.
      FEDERICO (da sé). Anche il nome combina, è scoperto tutto. (Forte) Bel nome.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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