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      GERTRUDE. Quando una ragazza si mette una cosa in capo, tutto è inutile. Se una volta dice no, ha da esser no se dicesse sí tutto al mondo. Via v'andrò: ma al mio ritorno guai a te se non hai tutto fatto! (Parte borbottando) La madre s'ha da incomodare, e la figlia starsene ad aspettai che la servano... è nuova... (Torna indietro) No signora non vi voglio andare.
      GIORGINA. Via signora madre volete che m'inginocchi? (S'inginocchia) Fatelo per farmi piacere!... volete che m'ammali?... non vi chiederò mai piú altro.
      GERTRUDE. Andiamo alzati v'andrò... (Parte borbottando)
     
     
     
      SCENA DODICESIMA
     
      GIORGINA sola.
     
      [GIORGINA.] Oh è andata finalmente: si prenda il regalo, se lo goda, io piuttosto che andarvi mi sarei fatta mettere in pezzi. Non l'arresteranno sicuramente sul dubbio che faccia l'amore con un soldato!... Il re credeva di cogliermi al laccio: non son cosí semplice, benché abbia poca esperienza di mondo. (Entra in casa.)
     
     
     
     
      ATTO TERZO
     
      Campo.
     
     
     
      SCENA PRIMA
     
      FRITZ poi EDWARDO.
     
      FRITZ. Povero me! l'ho fatta! Ho dato in pegno il mio spennacchio ed il Colonnello inaspettatamente ordina una rivista! Maledetta fortuna la finirai una volta di perseguitarmi: È inutile disperarsi ci vuol pazienza. Signor Fritz ballerino, filosofo, barbiere, segretario, soldato, si prepari ad andare in prigione che questa volta non la scappa... Eppure non è inutile l'aver fatti molti mestieri. Per far del moto ballerò un a solo e cosí mi resterà sullo stomaco il pranzo; per consolarmi ricorrerò alla filosofia, e non la darò vinta alla fortuna... Ma ora che vi penso anche Edwardo colla sua nuovissima invenzione di portar la sciabola colla lama di legno avrà l'onore di passar meco qualche mese a pane e acqua. Anzi gli voglio domandare come si sente disposto a digiunare.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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