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      .. capisco... egli forse non ardiva dirmelo apertamente,... chi sa... l'avrà detto al re, e il re... subito... O che piacere! Che sciocca era io, proprio non me n'era accorta...
      COLONNELLO. Mi rallegro. Dunque era affare inteso.
     
     
     
      SCENA SESTA
     
      EDWARDO e DETTI.
     
      GERTRUDE (andandogli incontro). Potevate dirmelo stamattina. Non era necessario tutto questo rigiro... figuratevi...
      EDWARDO. Io? Cosa potevo dirvi?
      GERTRUDE. Sí potevate dirmi chiaro che mi volevate sposare, e ci saremmo intesi.
      EDWARDO (stupitissimo la guarda e non risponde nulla).
      COLONNELLO. Voi dunque Edwardo avevate il progetto di sposar questa donna? (Edwardo si stringe nelle spalle come chi non sa quel che gli si dice.) Ella da ciò che posso intendere non desidera null'altro. Meglio per voi. Non credeva che foste cosí d'accordo ma me ne rallegro giacché il re mi ordina che vi faccia sul momento dare l'un l'altro la mano. Onde in mia presenza, l'ordine essendo preciso...
      EDWARDO. Come, signor Colonnello? Io appena ho il piacere di conoscere questa donna; ella bensí conosceva mio padre, ma io non ho mai avuto il pensiero di sposarla: le pare? E se non fosse il mio superiore che mi parla, crederei che mi si vuol fare una burla.
      GERTRUDE. Non è burla, non è burla.
      COLONNELLO. Non è burla sicuramente. Il re m'ordina in questo biglietto che faccia sul momento seguire questo matrimonio, ed io debbo ubbidire.
      EDWARDO. Ma signore questo dev'essere un equivoco. È impossibile che il re...
      COLONNELLO. L'ordine è chiaro.
      EDWARDO. Questo è impossibile, impossibile e quando egli ritorni...
      COLONNELLO. Il matrimonio dev'esser fatto.
      EDWARDO. Come?
      COLONNELLO (legge l'articolo del biglietto). "Che al mio ritorno lo trovi seguito: me ne dovete rispondere.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





Edwardo Edwardo Colonnello Colonnello