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      .. come la padrona vostra...
      DUCHESSA. Non v'ho pregata di raccontarmi tutte le sciocchezze che si dicono in sala...
      ROSA. Scusi era per venire a dire, che il cacciatore diceva "la padrona vostra se l'era fatto venir per sé, e la mia l'ha avuto..." e diceva che era andato lui da madame Honorine, e le aveva detto che la contessa Ranzoni lo prendeva lei il sottabito, e madame Honorine non voleva darglielo, e diceva che era della Signora, e gliel'aveva promesso... ma poi... sa... son forestieri, francesi, dice che hanno che fare con giacobini, e il ministro di polizia se lo voglion tener da conto... che gli può far del male.
      DUCHESSA. Non credo una parola di tutte queste sciocchezze. (A parte.) Anche quest'umiliazione coi servitori! (A Rosa) e farete bene a non dar pascolo alle impertinenze che si dicono sul conto dei padroni.
      ROSA. Io, Signora, dicevo...
      DUCHESSA. Bene, bene.
      ROSA. Dicevo... perché m'ha fatto rabbia... che già quel conte Ranzoni e sua moglie non li posso vedere... e lei far un'impertinenza cosí alla signora Duchessa... e nessuno, già, li può vedere. E sa cos'ha fatto ora la Polizia? Qui in Sant'Ignazio... Quella bella Santa Filomena grande che avevano messo e che ha aperto gli occhi... questo l'ho visto io... che prima li teneva chiusi, e s'era radunata gente, e la polizia l'ha fatta levare.
      DUCHESSA. V'ho già detto tante volte che i pettegolezzi mi seccano, tanto piú sulle persone che vengono in casa, come è il conte Ranzoni e sua moglie, e potete dire a chi vi fa le confidenze della sala, che se saprò d'or innanzi...
     
     
     
      SCENA SESTA
     
      SERVITORE e DETTE.
     
      SERVITORE. C'è la giovine di madame Honorine coll'abito per la signora Duchessa.
      DUCHESSA. Avanti (Servitore parte)... che se saprò che in sala si permettano delle inconvenienze contro le persone che ricevo.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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