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      SCENA NONA
     
      DUCHESSA sola.
     
      DUCHESSA (con vivissima impazienza pur repressa per abito). Questo, per Dio, è troppo!... Son mari est moins que rien... qui ha ragione, ma vedremo se non basto per due. Dama d'onore! Già le par di esserlo... (pensa un momento) e lo sarà, che è peggio, se resta in piedi quell'odioso ministro di polizia... carbonaro convertito... o mascherato, piuttosto. Eh! con lui bisogna far i conti... In terra questo, il resto vien da sé. (Suona con impazienza.)
     
     
     
      SCENA DECIMA
     
      ROSA e DETTA.
     
      DUCHESSA. Là una colleretta, presto (Rosa la viene aggiustando: la Duchessa seguita a guardarsi in profilo, procura dar garbo all'abito, non si contenta). Il padre Melini non è venuto? Mi pareva sentir gente in anticamera.
      ROSA. No, signora.
      DUCHESSA. Si sono aperti gli ancinelli in fondo.
      ROSA. No, signora.
      DUCHESSA. Quest'abito non è veramente portabile: non potete stringere?
      ROSA. Le balene si toccano, signora.
      DUCHESSA. Stringete in qualche modo, mettete uno spillo (Rosa s'ingegna). Ahi, mi fate male.
      ROSA. Ma, signora...
      DUCHESSA. Siete d'una maladresse...
     
     
     
      SCENA UNDICESIMA
     
      SERVITORE e DETTE.
     
      SERVITORE. Il padre Melini.
      DUCHESSA. Un momento (Servitore parte). Presto... Siete insopportabile.. (seguita a guardarsi e trovarsi mal vestita). Par impossibile non sappiate ancora vestirmi (le cresce l'impazienza).
      ROSA (seguitando ad aggiustarla). Veda ora...
      DUCHESSA (voltandosi con impazienza). Ma vi dico che mi fate male... via lasciatemi stare... bisogna che mi rivesta (corre verso una porta laterale, Rosa vuol seguitarla). Lasciatemi, che non voglio piú questa tortura, mandatemi Carolina... e fate passare il padre Melini, che s'accomodi un momento, e son da lui. (Parte.)
     
     
     
      SCENA DODICESIMA
     
      ROSA. Ha garbo di vita quanto un attaccapanni, e poi vuol che la vestano.


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Racconti leggende e ricordi della vita italiana
(1856-1857)
di Massimo d'Azeglio
pagine 890

   





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