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      - Boscherino! Che duca ti vai sognando? Pure non t'ho visto bere oggi. Ti par egli luogo da duchi codesto? Non parve vero a Boscherino di non trovar fede, e d'esser tenuto pazzo o briaco; e senza entrar in altro, volse destramente le parole, ritornando ai discorsi di prima.
      Dietro i due entrati nell'osteria s'avviò Veleno colla sua rotonda e bisunta persona, e con una cera olivastra, barbuta e maliziosa, nella quale si vedeva un miscuglio che teneva del coviello e dell'assassino. Senza molto scomporsi fece l'atto di far di berretta, e disse:
      - Comandate, signori.
      Quegli che già sappiamo chiamarsi Michele, fattosi avanti, disse:
      - Si vorrebbe cenare.
      L'oste si scontorse, e rispose con tuono afflitto, che si sforzò di far apparire sincero, - Cenare? Vorrete dire mangiar un boccone alla meglio, se pure si potrà metter insieme... Dio sa che cosa v'è rimasto in casa in questa stretta d'assedio? Chè prima un pane valeva un cortonese, ed ora sta mezzo fiorino, e tanto lo pago io al forno... A ogni modo per signori pari vostri si ripiegherà... m'ingegnerò... - E con quest'esordio destinato, secondo l'usanza degli osti, a far pagar dieci quel che val due, aperse un armadio, e trattone un tegame lo pose sul fornello; e coll'aiuto del vento fatto col grembiule, e che alzava la cenere sino al soffitto, fu presto riscaldato uno spezzato di capretto, che al dir dell'oste era la sola vivanda che fosse a quell'ora in Barletta, e doveva servir di cena ad un caporale che veniva per essa a momenti; ma signori pari loro non si potevano mandar a letto a digiuno.


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Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





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