Pagina (32/322)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Ecco il mio pegno. Diego Garcia li prenda ambedue in nome di Consalvo, che non ricuserà campo franco ai nostri nobili amici, nè ai cavalieri francesi che verranno a combatterli.
      - Non per certo, - rispose Garcia, prendendo i pegni della sfida: Consalvo non impedirà mai questa brava gente di misurarsi le spade e fare il dovere di buoni cavalieri. Ma voi, messer barone (parlando a La Motta) avrete sotto i denti un osso da rodere più duro che non pensate.
      - C'est notre affaire, - rispose il Francese scuotendo il capo e sorridendo. - Nè io nè i miei compagni terremo per il più pericoloso e per il più splendido fatto della nostra vita, quello nel quale potremo mostrare a questo bravo Spagnuolo il suo errore, facendo votar la sella a quattro Italiani.
      Diego Garcia, che non si sentiva veramente vivo se non quando stava o nel calor d'una mischia o parlando di menar le mani, non capiva in sè dall'allegrezza nel sentir questi preliminari d'una sfida, che sarebbe senza dubbio stata combattuta e contrastata con tutto l'accanimento che può inspirare l'onor nazionale; ed alzando il capo e la voce, e battendo insieme due mani che sarebbero state bene al braccio di Sansone, gridò:
      - Le vostre parole, cavalieri, sono degne d'uomini di onore, e di soldati pari vostri, e son sicuro che i fatti non saranno inferiori. Vivano sempre i bravi di tutte le nazioni! - Ed in così dire, imitato dagli altri, alzò il bicchiere, e tutti con grande allegrezza lo votarono più d'una volta in onore de' futuri vincitori.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





Garcia Consalvo Garcia Consalvo La Motta Francese Spagnuolo Italiani Garcia Sansone